A fine agosto si è svolta la prima edizione della Convocatoria ecologista. Per quattro giorni, attivistə provenienti da differenti contesti si sono confrontati su alcuni dei temi cruciali della contemporaneità: colonialità, femminismi, ecologia radicale. Abbiamo chiacchierato con lə attivistə che hanno promosso questo importante evento.
Autore: puntapenna Pagina 1 di 2

Pubblichiamo con piacere un contributo di Michele Sgobio – che ringraziamo – su Montemesola, un piccolo comune poco distante da Taranto. Qui l’agricoltura intensiva ha sconvolto il paesaggio, le politiche neoliberiste hanno privatizzato tutto. Un microcosmo in grado di fare luce sull’Italia contemporanea.

Movimenti, rappresentanza, conflitto: intervista doppia a Luca Contrario e Mirko Maiorino
Articolo in evidenzaAbbiamo fatto una chiacchierata con Luca Contrario e Mirko Maiorino, attivisti di lungo corso, che quest’anno sono candidati al consiglio comunale di Taranto a sostegno di due differenti aspiranti sindaco, Rinaldo Melucci e Massimo Battista. Con Mirko e Luca abbiamo discusso delle motivazioni della loro scelta e del percorso che immaginano di costruire in caso di elezione.

Chiamano violento il fiume impetuoso. Ma le sponde che lo comprimono, nessuno le chiama violente.
Bertold brecht
Nel 1918 lo scrittore Alberto Savinio, in visita a Taranto, definiva la città come una «enorme boa armata» e il Ponte Girevole il suo simbolo più celebre. Qualche giorno fa a seguito del passaggio della nave militare Carabiniere nel canale navigabile di Taranto, un gruppo di persone ha urlato contro «assassini» e esposto striscioni con scritto: «Contro tutte le guerre, contro lo stato d’emergenza, fuori la NATO da Taranto!» ma anche: «Taranto non è città di guerra! Lavoro! No spese militari». Quest’azione di protesta che ha visto protagonista una parte dell’attivismo politico tarantino è un evento che vorremmo provare a considerare nella sua capacità di significare ed evidenziare alcuni caratteri sociali e culturali del tessuto urbano.

Enormi cartelloni elettorali posizionati con largo anticipo nei punti strategici della città da candidati particolarmente ricchi. Furgoncini, auto e scooter carichi di manifesti e colla in perpetuo moto notturno. Santini sulle auto, nelle cassette della posta, nella spazzatura, abbandonati per terra.
Taranto e i suoi abitanti viaggiano spediti incontro alle prossime elezioni amministrative. Nel corso del 2022, probabilmente entro giugno, si rinnoverà il consiglio comunale e sarà eletto il/la prossimo/a sindaco/a. Nonostante la data non sia stata ancora individuata, da alcuni mesi – per lo meno da quando la città è commissariata – si respirano i prodromi dell’atmosfera elettorale.

«videro le feste dei diversi, non videro ciò che i diversi vedevano. Li videro vedere, non videro l’oggetto della visione, o almeno non lo videro con gli occhi dei veggenti ma solo con gli occhi dei voyeurs» Furio Jesi, Il tempo della festa
La sentenza della Corte d’Assise di Taranto in merito al processo ‘’Ambiente Svenduto’’ ha fatto rapidamente il giro d’Italia. Ad essere condannati spiccano soprattutto i nomi di Nicola e Fabio Riva, Girolamo Archinà, Lorenzo Liberti, Giovanni Florido e Nichi Vendola. Immediatamente dopo la pronuncia, fuori dall’aula di Tribunale e sui social sono andate in scena reazioni profondamente polarizzate. Da una parte chi esulta per la decisione della Corte, dall’altra chi sostiene, in buona sostanza, che «non c’è nulla da festeggiare!».
A noi pare che qualcosa sia di indubbia importanza: in questa fase specifica, può essere molto importante interrogarci se e in che termini questa decisione parla anche a chi invoca giustizia e non si accontenta delle decisioni dei Tribunali.


Premessa. Tra le tante visioni che popoleranno il nostro immaginario nel dopo pandemia, una sicuramente appartiene al calcio e allo sport in generale: gli spalti vuoti mentre lo spettacolo continua. I seggiolini vuoti degli stadi e dei palazzetti sembrano provenire dal più tetro dei romanzi distopici dove, in un mondo dove imperversa la morte, il circ(uit)o del calcio procede spedito nel più classico the show must go on.

La notizia del licenziamento di Riccardo Cristello, operaio dell’ex Ilva di Taranto, ha avuto un’eco ben al di là del capoluogo ionico. Esponenti politici nazionali, rappresentanti del mondo sindacale, giornalistə: in moltə hanno commentato, chiesto chiarimenti, espresso preoccupazione per il drastico provvedimento disciplinare.

Perché facciamo così fatica a parlare di Taranto.
In questo mese ci siamo interrogati spesso su cosa scrivere e se necessario farlo rispetto ad alcune questioni. Tuttavia alla domanda «Ma a Taranto cosa succede?» ci siamo resi conto che, per qualche istante, eravamo interdetti, come se qualcosa di fondo rimanesse inespresso, rendendoci incapaci di formulare una risposta decisa e concreta. In realtà a Taranto ne succedono di ogni, ma a saltare completamente negli ultimi anni sono stati alcuni punti fermi – probabilmente solo i nostri e di qualcun altrə con cui abbiamo condiviso delle idee, delle suggestioni – che consentivano di avere una lettura più chiara e critica del presente.